Storia del maltese
Il maltese è un simpatico cagnolino di taglia piccola che ha conquistato appassionati in tutto il mondo per il suo lungo pelo candido e i suoi occhietti intelligenti. Presente in diverse esposizioni canine, dove spesso appare toelettato e infiocchettato in mille maniere, il maltese non è affatto una razza recente, ma è anzi diffusa da diversi secoli in tutta Europa, dove non mancano testimonianze storiche, artistiche e culturali dove questo piccolo batuffolo bianco viene apprezzato per la sua vivacità e intraprendenza.
Le antiche origini del maltese
Sfatiamo subito un mito che deriva dal nome: il maltese non proviene affatto dall’isola di Malta. Questo nome, piuttosto, deriva dal greco melitensis, un termine con i quali si distinguevano i cagnetti delle città portuali come Melita, una piccola località della Magna Grecia (nell’attuale Sicilia).
Pare che già dal dominio greco e poi quello romano i cani “melitesi” fossero fedeli compagni di marinai e cittadini, così come ci racconta Aristotele.
Non solo: la popolarità del maltese era tale che diventò il cane di fiducia di Publio, l’antico governatore latino proprio dell’isola di Malta, che non si separava mai dalla sua cucciola Issa.
Insomma, il maltese era un cane destinato a una grande fortuna fin dai suoi primi secoli di diffusione. Artistotele non è l’unico a citarli, tra l’altro: di loro scrissero anche Plinio il Vecchio e Callimaco, lodandone la capacità di catturare i piccoli roditori.
Un cane di sangue blu
La fortuna del maltese, al contrario dell’impero romano, non decadde nei secoli, ma divenne anzi sempre maggiore mano a mano che le dinastie dei vari paesi europei si susseguivano durante l’età antica, il medioevo e l’età moderna
Non è raro vedere il maltese fare capolino in ritratti di nobildonne spagnole, francesi e portoghesi, oppure erigersi orgogliosamente al fianco di lord e dame inglesi. In particolare, uno dei maggiori estimatori di questa razza fu proprio uno dei sovrani Tudor più celebri della storia, il famigerato Enrico VIII che, sebbene con le mogli fosse piuttosto crudele, si dice amasse la sua piccola maltesina che circondava di tutti gli agi possibili e immaginabili.
Durante il 1800 il maltese diventò il cane della borghesia: piccolo, sveglio e inarrestabile, piaceva anche ai commercianti per la sua capacità di tenere lontani topi e ratti dalle botteghe.
E così, durante l’epoca vittoriana, era possibile vedere i piccoli maltesi al guinzaglio delle ricche signore o sulla soglia di ristoranti, caffé e negozi di alimentari. In alcuni casi, se ne poteva trovare qualcuno anche all’Opera, come testimonia Giuseppe Verdi che era il primo a portare con sé la sua maltesina Lulù.
Oggi il maltese è un cane per tutti, che non ha scordato nè la sua passione per la caccia nè il suo trattamento regale, ed è per questo pronto a diventare un compagno fidato per tutti quelli che sapranno dargli le giuste attenzioni che si addicono alla sua nomea “aristocratica”.